Tappa 10 di 10 - da Treviso ad Altino - Torcello
La tappa in breve
Difficoltà
FACILE
Descrizione della tappa
Tratto facile, pianeggiante e ombreggiato per lunghi tratti, in particolare nella zona delle “Restere” del Sile. Di grande suggestione anche il tratto di via Claudia Augusta che attraversa la campagna altinate e il breve viaggio in battello da Altino all’isola di Torcello.
DESCRIZIONE DEL TRACCIATO
Uscendo dal Duomo di Treviso, si scende dalla scalinata alla propria sinistra e, oltrepassato il palazzo vescovile, si imbocca via Canoniche, poi Piazza Pola, piazzetta Lombardi, vicolo Rialto fino ad attraversare via XX settembre, per poi girare a destra e imboccare subito dopo via Martiri della Libertà sulla sinistra; poco dopo si prende sulla destra riviera Castelvecchio, lasciando sulla sinistra l’antica chiesa di Sant’Andrea, si prosegue per via Sant’Andrea, si gira a destra per via Santa Margherita fino ad imboccare riviera Garibaldi che si segue, attraversando il “Quartiere Latino” fino a Piazza Garibaldi. Si prende sulla sinistra il viale alberato Jacopo Tasso che corre parallelo all’anello stradale di circonvallazione; dopo circa 200 metri lo si attraversa per immettersi su via Alzaia del Sile, che si segue per qualche chilometro fino a Silea, immersi in un lussureggiante ambiente fluviale. Arrivati a Silea si gira a sinistra per via Alzaia del Sile, si oltrepassa un cavalcavia fino ad arrivare ad una rotonda, dove si gira a destra. Si prosegue fino ad un bivio, con al centro un oratorio dedicato alla Madonna della Salute, si gira a sinistra in direzione di Nerbon e si cammina lungo la strada provinciale via Gorizia; dopo circa un chilometro, oltrepassato un cavalcavia sopra l’autostrada, si gira a destra su una stradina sterrata che porta alla suggestiva chiesetta romanica del Redentore (anticamente di San Sisto). Oltrepassato l’oratorio, si prende sulla sinistra un viottolo privato che costeggia un agriturismo; arrivati ad una grande rotonda, la si attraversa prendendo via Pantiera, poi via Galli. Dopo qualche centinaio di metri si gira a destra per via Beato Erico, la si segue attraversando la strada Treviso mare, proseguendo sempre su questa via fino a raggiungere la chiesetta campestre del Beato Enrico. Dopo una breve sosta in questo luogo dove, secondo la tradizione, avrebbe abitato il Beato prima di trasferirsi in città, si prosegue girando a sinistra lungo una stradina sterrata, che si segue per circa 7 chilometri. Siamo sulla via Claudia Augusta che, a tratti asfaltata, corre dritta tra i campi di grano in direzione sud, verso Musestre ed Altino, punteggiata di edicole sacre (capitelli). Si oltrepassa infatti, dopo un po’, un bivio con antica edicola e si prosegue ancora diritti, seguendo l’indicazione turistica via C. Augusta. In territorio di Silea, si può osservare anche un breve tratto in cui la strada mantiene prodigiosamente le dimensioni e la struttura romana originaria, con l’alto terrapieno, i fossati laterali. Quando si inizia a scorgere in lontananza il campanile cilindrico di Quarto d’Altino, la strada si perde tra i campi. Si gira quindi a destraseguendo un tratturo che porta ad una stradina asfaltata dove si gira ancora a destra per poi immettersi su via Tre Ponti, svoltando a sinistra verso Musestre, ubicato alla confluenza dei due fiumi di risorgiva, il Musestre ed il Sile. Uscendo dal paese, si procede verso Quarto d’Altino, l’antica San Michele del Quarto, posta al quarto miglio di distanza dalla città altinate. Attraversato il ponte di ferro sul Sile, che dai primi del ’900 sostituisce l’antico passo a barca, si imbocca immediatamente sulla sinistra la “restera” del Sile, in direzione della laguna. La “restera” o alzaia del Sile, conduce, con un percorso ciclo-pedonale, fino alla grande “Conca” di Portegrandi, che funge da cerniera tra le acque dolci del Sile e quelle salmastre della laguna veneziana. A circa metà del percorso, in località Tre Palade, si deve abbandonare l’itinerario rivierasco, attraversando con attenzione la strada provinciale, per imboccare Via S. Eliodoro, una strada rettilinea che, fiancheggiando il canale artificiale d’epoca romana Siloncello, conduce ad Altino. Prestare attenzione al cammino lungo questo breve tratto di strada asfaltata perché non vi sono marciapiedi né vi è la possibilità di percorsi alternativi sterrati. Oltrepassato il Museo Archeologico nazionale, subito prima di un ponte si scende a sinistra verso il vicino imbarcadero. Un breve, suggestivo e silenzioso viaggio in battello ci consente di raggiungere così l’isola di Torcello, con la sua splendida e suggestiva cattedrale, l’isola di San Francesco del Deserto, con il suo antichissimo convento francescano immerso in una oasi di silenzio e verde ed, infine, la famosa isola di Burano, con le sue case multicolori e la sua antica e nota tradizione di artigianato del merletto. Sembra quasi di salire in una macchina del tempo, per ritornare alla scena delle origini di Venezia, quando forse lungo questo stesso itinerario, uomini e donne migravano dalle città romane della costa alle più sicure isole della laguna. Da ricordare che ad Altino la via Claudia Augusta incrociava un’altra importante via consolare: la via Annia che collegava le città romane della costa, Aquileia, Concordia, Altino con Padova e attraverso la via Popilia costiera (attuale via Romea), che si staccava dalla via Annia all’altezza dell’attuale paese di Sambruson di Dolo, con Ravenna e Rimini. Non sappiamo in quali periodi del lungo arco temporale, che va dalle prime devastazioni di Aquileia ed Altino fino al basso medioevo, il tratto costiero della via Annia, da Concordia-Portogruaro fino a Mestre, sia stato effettivamente utilizzato. È però significativo che lungo questo asse vi siano stati ritrovamenti archeologicidi pecten in cimiteri medievali sia a Portogruaro, dove vi è anche notizia di una chiesa di San Giacomo in Paludo, che a Noventa di Piave. A pochi chilometri da Altino, in direzione di Mestre sul tratto di costa che guarda l’isola abbandonata di san Giacomo in Paludo (chiesa e ospitale del XI sec scomparsi), era ubicato Cavergnago, porto di Mestre, con chiesa dedicata a San Giacomo (scomparsi). La grande abbazia di Sant’Ilario (scomparsa), ubicata nell’area sud della laguna, alla foce del fiume Brenta in prossimità di Fusina, lungo la via Annia, fu del resto ancora nei primi secoli del secondo millennio, un crocevia importante di intersezione di questa via consolare con le vie di comunicazione fluviali e marittime della nascente potenza veneziana.